3,2 miliardi di euro stralciati, 13 milioni di contribuenti raggiunti: sono i numeri della “quota mille”, vale a dire della cancellazione delle mini cartelle emesse dall’agenzia della riscossione dei tributi tra il 2000 e il 2010. Il Governo precisa: “nessun aggravio per i conti pubblici”, eppure la somma delle tre rottamazioni che in questi ultimi anni sono state autorizzate porta a una perdita per l’Erario di oltre tre miliardi di euro. La sanatoria, in realtà non parla di cartelle, ma di “partite”, vale a dire di singoli procedimenti di controllo definiti dall’erario con un apposito atto impositivo di liquidazione o riscossione. Si tratta, quindi, di cartelle difficili da recuperare per lo Stato, crediti, tra l’altro, per i quali la Pubblica amministrazione in questo decennio ha dovuto supportare con costi aggiuntivi, basti pensare alle continue richieste di interruzione della prescrizione oppure alle continue attività di recupero. Qual è la situazione in Campania? Poco più di 5 miliardi di euro persi da parte dell’Erario, per un totale di 20 milioni di partite stralciate. Inutile dire che siamo al primo posto nella classifica delle regioni con maggiori richieste di “pace fiscale”.