Il consiglio dei ministri ha approvato nei giorni scorsi il decreto attuativo della legge 29 aprile 2016 n. 57 in materia di riordino e riforma della magistratura onoraria. La normativa introduce alcune modifiche che andremo ora a elencare e che riguardano giudici di pace e magistratura onoraria già in servizio.
Ai giudici di pace saranno riconosciute, a partire dal 2021, nuove competenze nelle cause di diritto civile:
– beni mobili di valore non superiore a 30mila euro
– pagamento a qualsiasi titolo di somme di denaro di importo sino a 50mila euro
– risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli o natanti di valore non superiore a 50mila euro
– pignoramenti mobiliari
– usucapione di beni immobili e di diritti reali immobiliari di valore non superiore a 30mila euro
– riordinamento della proprietà rurale di valore non superiore a 30mila euro
– accessione (valore non superiore a 30mila euro)
– superficie (valore non superiore a 30mila euro)
– materie di cui al libro terzo, titolo II, capo II, sezioni VI e VII, del codice civile, salve alcune eccezioni
– stillicidio e acque
– occupazione e invenzione
– specificazione, unione e commistione
– enfiteusi
– esercizio delle servitù prediali
– impugnazione del regolamento e delle deliberazioni di cui agli articoli 1107 e 1109 c.c.
– diritti e obblighi del possessore nella restituzione della cosa
– espropriazione forzata di cose mobili
L’ampliamento delle competenze non è l’unica modifica all’attuale disciplina. La nuova riforma prevede l’introduzione di uno statuto unico della magistratura onoraria che sarà applicata ai giudici di pace, ai giudici onorari di tribunale e ai vice procuratori onorari. Gli incarichi saranno temporanei, della durata di due quadrienni, e l’ufficio del giudice di pace sarà riorganizzato intendendo con ciò una revisione dei compensi e dell’assistenza previdenziale che sarà adeguata agli incarichi effettivi.
Contro la riforma, incompleta secondo i giudici di pace, sono stati annunciati numerosi scioperi e migliaia di azioni giudiziarie a tutela dei diritti della categoria.