Nonostante i disagi iniziali, le procedure poco chiare, gli intoppi informatici e la reticenza di alcuni avvocati e magistrati, il Processo Civile Telematico (PCT) è ormai una realtà: nei primi mesi del 2017 i depositi telematici hanno fatto registrare un 16% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. A pubblicare i dati è il Ministero della Giustizia sul suo portale dei Servizi Telematici. I soggetti attivi e iscritti nei pubblici elenchi gestiti dal Ministero sono 1.075.561, gli avvocati attivi sono 254.891, il 94% dei quali con indirizzo PEC. Bene anche i provvedimenti dei nativi digitali depositati dai magistrati a marzo 2017 si nota una crescita del 15% rispetto a marzo 2016, ben 62.867 provvedimenti in più e i pagamenti telematici, quelli effettuati risultano 153.619 per un incasso totale di € 31.293.456. Le consultazioni on-line di dati e fascicoli registrano fino a 9.000.000 di accessi al giorno. Le comunicazioni telematiche sono in media circa 1.700.000 al mese. C’è ancora da lavorare invece sull’emissione dei decreti ingiuntivi telematici, in calo rispetto al precedente anno: -16 % a Catania al -47% a Roma. Il PCT, dunque, è un’opportunità e un vantaggio: abbrevia i tempi, riduce il cumulo di carte e alleggerisce il carico di lavoro di avvocati e magistrati.