Ancora truffe ai danni delle compagnie assicurative, ma gli interventi avviati da Ivass e Governo saranno decisivi
Nel 2013 in Campania sono stati denunciati 245.074 sinistri, di questi quelli esposti a rischio frode sono stati 94.320, ma si è proceduti alla querela solo per 2.429 casi. Numeri incoraggianti? Per nulla, dopo di noi solo la Sicilia con 485 denunce. Ciò significa che la nostra regione ha totalizzato l’8,5% dei sinistri denunciati in Italia e il 34,7% di quelli oggetto di querela. La fonte è l’Ivass, l’istituto per la vigilanza delle assicurazione, che ogni anno redige la relazione annuale. In breve, la Campania continua a registrare le più alte percentuali di sinistri a rischio frode ed è per questo che le polizze continuano a costare di più. Ebbene sì, a pagare lo scotto delle speculazioni sono gli onesti cittadini che rimpinguano il fondo rischi delle assicurazioni puntualmente azzerato dai furbetti. Ridurre il fenomeno truffaldino si può e si deve. L’Ivass, l’Ania, le forze dell’ordine e le compagnie da tempo, ormai, lavorano congiuntamente per studiare procedure. leggi e strumenti che possano ridurre le frodi. Qualche risultato inizia a vedersi: le assicurazioni denunciano sempre più i sinistri sospetti, facendo registrare un +30% delle querele in fase liquidativa e +35% in fase contrattuale; il Governo ha provveduto, con un decreto, a mettere in campo diversi strumenti come il risarcimento in forma specifica o la scatola nera, l’Ivass ha fornito alle compagnie una banca dati per la registrazione di testimoni, periti, avvocati, medici e danneggiati in modo che, incrociando i dati, si possa facilmente verificare quante volte un teste è intervenuto, quanti sinistri ha denunciato un utente, quanti certificati di “colpo di frusta” ha firmato il medico. Ciò ha permesso, per ora, di ridurre in tutta Italia gli incidenti a rischio: si è passati da 400mila nel 2012 a 460mila nel 2013, con un risparmio per le compagnie di 183 milioni di euro nel 2013 a fronte dei 177 nel 2012. Resta da cambiare la mentalità degli utenti, alcuni ritengono che truffare una compagnia assicurativa sia un atto di furbizia, un modo per farsi giustizia da soli contro il valore, sempre più elevato, delle polizze. Esperti hanno evidenziato che le principali cause del fenomeno fraudolento sono rappresentate dal contesto sociale e culturale, dal malcostume e dalla mancanza di senso civico. Sono in forte aumento, forse per effetto della crisi, le truffe occasionali, compiute da soggetti che per la prima volta ricorrono a tali pratiche e sono in crescita le richieste di indennizzi con importi bassi su prodotti di più comune utilizzo, quali televisori, tablet e piccoli elettrodomestici. A queste vanno aggiunte le truffe compiute dalla criminalità organizzata, basti pensare ai contrassegni falsi, all’incendio di aziende, al furto sospetto di merce di magazzino, all’allagamento improvviso di appartamenti sfitti comprati alle aste fallimentari. Si spera che la nuova sezione antifrode promessa dalla procura di Napoli e presto operativa possa contribuire ulteriormente alle politiche messe in campo da tutti gli operatori coinvolti per debellare questa piaga.