E’ atteso tra marzo e aprile il voto definitivo che darà il via alla riforma del Copyright. L’Unione Europea ha trovato un accordo, seppur provvisorio, lo scorso 13 febbraio; un evento importante perché potrebbe porre fine alla querelle tra editoria e web, carta e online. Il patto, siglato, tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue è destinato a far discutere, perché, qualora entrasse in vigore, costringerebbe lobby come Facebook, Google e Youtube a pagare un equo compenso a editori, giornalisti e autori per i contenuti da loro ideati e riproposti sul web. Un modo per “proteggere” le riproduzioni non autorizzate che trova il pieno consenso dell’Enpa, l’Associazione degli editori dei giornali europei.
Cosa prevede di fatto la normativa? Tutte le piattaforme web che utilizzeranno contenuti realizzati da autori e artisti dovranno riconoscere loro una “giusta remunerazione”, ai giornalisti, invece, che vedranno riprodotti i propri testi sul web spetterà una quota delle entrate della casa editrice per la quale lavorano. I link. i Gif e Meme, al contrario, saranno utilizzabili gratuitamente.
La normativa prevede anche una procedura più snella per le startup del web, vale a dire per le piattaforme che contano meno di tre anni di attività, vantano un fatturato annuo inferiore ai 10 milioni di euro e 5 milioni di visitatori al massimo. Per loro i costi da versare nelle casse di editori, autori e artisti saranno inferiori. Ora sarà il Parlamento in seduta plenaria a esprimersi in via definitiva, ma già si annunciano da più parti contestazioni e forti opposizioni: da un lato chi vuole vedere regolamentato un settore fino a oggi poco disciplinato e chi, dall’altro, difende la libertà e la neutralità di Internet.