Sono 727 gli incidenti mortali avvenuti in Italia dall’inizio del 2017, il 4,6% in più rispetto allo scorso anno, eppure 15 mesi fa è entrato in vigore il Reato di Omicidio Stradale. Dal 25 marzo 2016, giorno in cui l’omicidio stradale è diventato legge, la polizia e i carabinieri hanno registrato 843 incidenti mortali, di questi 456 hanno comportato l’applicazione del nuovo reato e in 388 casi è stata riconosciuta una pena che va dai 2 ai 7 anni di reclusione. 26.812 incidenti con lesioni. Gli incidenti che hanno determinato l’applicazione del reato di omicidio stradale sono stati 456: in 388 di questi, ossia nell’85% dei casi, il reato è stato punito con la pena da 2 a 7 anni di reclusione. Il Reato colposo di omicidio stradale attualmente prevede quattro tipologie di pene: a) reclusione da 2 a 7 anni in caso di morte di una persona per violazione del codice stradale; b) reclusione da 5 a 10 anni, nel caso in cui la morte di una persona sia causata da ubriachezza o imprudenza alla guida; c) reclusione da 8 a 12 anni se la morte di una persona è causata da guida sotto l’effetto di droghe; d) fino a 18 anni di reclusione se il conducente provoca la morte di più persone. Queste ipotesi di reato si aggravano in caso di fuga del guidatore, mancato soccorso, veicolo senza assicurazione Rc auto, ma i numeri elevati, ancora troppo elevati, delle morti sulle strade italiane fanno urlare da più parti un inasprimento delle pene e una maggiore collaborazione fra le forze dell’ordine nonché l’assegnazione a questi ultimi di strumentazioni più efficaci per contrastare tragici eventi.