Caso Uber, si attende la decisione della Corte Ue

Caso Uber, si attende la decisione della Corte Ue

File illustration picture showing the logo of car-sharing service app Uber on a smartphone next to the picture of an official German taxi sign in Frankfurt, September 15, 2014. A Frankfurt court earlier this month instituted a temporary injunction against Uber from offering car-sharing services across Germany. San Francisco-based Uber, which allows users to summon taxi-like services on their smartphones, offers two main services, Uber, its classic low-cost, limousine pick-up service, and Uberpop, a newer ride-sharing service, which connects private drivers to passengers - an established practice in Germany that nonetheless operates in a legal grey area of rules governing commercial transportation. REUTERS/Kai Pfaffenbach/Files (GERMANY - Tags: BUSINESS EMPLOYMENT CRIME LAW TRANSPORT)

 

Svolta nel caso Uber contro Taxi. L’avvocato generale della Corte Europea che ha esaminato il ricorso ha stabilito che la società privata possa essere obbligata a presentare le stesse licenze richieste per i taxi perché non beneficia del principio della libera circolazione dei servizi garantito dall’Ue per i servizi della società dell’informazione. Se la conclusione alla quale è giunta l’avvocato generale sarà ribadita nella sentenza della Corte UE allora assisteremo a una svolta epocale nel caso che ha animato gli animi dei tassisti di tutta Europa.

Maciej Szpunar, avvocato generale della Corte UE, ha dichiarato che “il servizio offerto dalla piattaforma Uber deve essere qualificato come servizio nel settore dei trasporti” e quindi non potrebbe beneficiare del principio della libera prestazione fissato dall’Ue per i servizi della società dell’informazione. In base a questa interpretazione del diritto comunitario, la sua attività “è soggetta alle condizioni per l’ammissione di vettori non residenti ai trasporti nazionali negli Stati membri, nel caso specifico il possesso delle licenze e delle autorizzazioni previste dal regolamento della città di Barcellona”.

Nel 2014 l’Asociation profesional elite taxi di Barcellona ha intentato una causa contro Uber per concorrenza sleale. La stessa associazione si è rivolta alla Corte Ue per chiedere di qualificare l’attività compiuta dalla compagnia privata.

L’avvocato ha stabilito che “benché competa al giudice nazionale accertare e valutare i fatti”, il servizio proposto da Uber è un “servizio misto” che non rientra nella categoria di “servizio della società dell’informazione”. L’avvocato Szpunar ha inoltre chiarito che l’attività svolta da Uber “non è né autonoma né principale rispetto alla prestazione di trasporto” e per queste ragioni non rientra nel servizio della società di informazione, bensì “nell’organizzazione e della gestione di un sistema completo di trasporto urbano su richiesta”.
La decisione della Corte è attesa entro la fine dell’anno.

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